Rischi del gioco d’azzardo: come spiegarli ai bambini?

Movimento NoSlotA cura di Movimento NoSlot | Del 31 Agosto 2018

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Veronica è una ragazzina sveglia. Ha 8 anni e tanti sogni da realizzare.
Potrebbe vivere la sua quotidianità serenamente, ma un po’ di tempo fa è arrivato un terzo incomodo all’interno della sua famiglia… e tutto è diventato più nebuloso. È facile intuire di cosa stiamo parlando…

La nostra piccola amica ha ricevuto il libro “No Slot – L’azzardo non è un gioco” per il suo compleanno. Un regalo dell’adorata zia, che ha pensato bene di aiutarla a capire quale sia il problema che, suo malgrado, dovrà affrontare. Definire cosa sia l’azzardo e quali siano i rischi del gioco d’azzardo è sempre molto complicato. Se poi dobbiamo rivolgerci ai bambini, la difficoltà aumenta.

In questo caso, è necessario spiegare a Veronica che il suo papà è un giocatore compulsivo, che ha speso tanti soldi con le slot machine, e ha bisogno di aiuto per ritrovare il sorriso.

Gli adulti pensano spesso che i ragazzi non siano pronti a certe verità, non siano in grado di cogliere molte cose. In realtà, utilizzando le parole e gli strumenti adatti, non solo diventa più semplice raccontare, ma è sorprendente verificare come la sensibilità dei bambini sia grande. Non è raro scoprire che i più piccoli abbiano il dono di vedere oltre, di trovare le risposte prima di noi.

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Photo by Jordan Whitt on Unsplash


Quali sono i rischi del gioco d’azzardo?

Veronica e la zia hanno deciso di leggere il libro insieme. All’interno ci sono diversi test, che aiutano i ragazzi a fare chiarezza su alcuni punti chiave. Per esempio, a pag. 40 si risponde alla domanda “Quanto sei competitivo?”, mentre a pag. 72 il tema è “Sei attratto dal rischio?”.

Tra i principali rischi del gioco d’azzardo (oltre alla perdita di denaro) c’è l’isolamento. Veronica ha notato che il papà cerca sempre scuse per uscire o chiudersi nel suo studio. Non gioca più con lei a nascondino, non le fa compagnia mentre guarda i cartoni animati in tv, non va più a prenderla a scuola.

La zia ha spiegato che l’azzardo cattura chi ne è colpito, perché si tratta di una malattia.
A pag. 80 c’è un capitolo che affronta proprio questo argomento:

Quello che attira, il più delle volte, è la vincita facile: si osserva qualcuno vincere e si spera capiti anche a noi. […] Si inizia a giocare per caso perché si cerca un modo diverso per divertirsi, per occupare quei momenti in cui non si sa che fare, oppure per la curiosità di vedere come funziona, se siamo fortunati.

Veronica si è ritrovata nelle sensazioni descritte da Adriano e Tommaso, i giovani protagonisti del libro. Ha compreso che il papà si è allontanato da lei perché attraversa un brutto momento.

Si è sentita meno sola e ha pensato di chiedere alla maestra di leggere il libro “No Slot” in classe, per parlarne con i compagni. Il nuovo anno scolastico, d’altronde, è ormai alle porte.

A noi sembra una splendida idea. Il libro di S. Feder e A. Polgatti è un ottimo strumento da cui partire per approfondire un argomento difficile. Può essere commentato a più voci, affinché ciascuno sia libero di esprimere dubbi e perplessità. Il linguaggio semplice del manuale favorisce l’apprendimento e, soprattutto, offre esempi concreti, tratti da storie vere. Dalla viva voce dei giovani… per i giovani.


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