Quando il disagio nasce dal precariato

Movimento NoSlotA cura di Movimento NoSlot | Del 17 Settembre 2021

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Il precariato è una condizione d’incertezza lavorativa che si protrae nel tempo, indipendentemente dalla propria volontà. Nulla in comune, quindi, con il concetto di “flessibilità lavorativa”, che consente al professionista di costruire comunque una carriera dignitosa. Il lavoratore flessibile, infatti, può spostarsi da un’azienda all’altra o cambiare mansione nel medesimo luogo, senza perdere i benefici economici maturati fino a quel momento e, soprattutto, senza ansie per il futuro.

Un lavoratore precario vive diversamente la mancanza di continuità, perché il cambiamento non fa parte di un progetto, ma dell’accumulo di contratti a termine. Non esiste una visione, è impossibile programmare il presente, figuriamoci il domani (parliamo anche della pessima remunerazione?).

Immaginiamo una scatola di mattoncini: una cosa è impegnarsi a costruire un castello, pezzo dopo pezzo, un’altra è lasciare tutti i pezzi sparsi sul pavimento. Abbiamo reso l’idea?


Photo by Xavi Cabrera on Unsplash

Giocare d’azzardo per arginare il precariato: un rischio concreto

Lo ripetiamo spesso: l’azzardo trova terreno fertile nella disperazione, nell’assenza di prospettive e di opportunità concrete. La precarietà comprende tutti questi aspetti, purtroppo. Una condizione che non ha età, perché può colpire il giovane in cerca di prima occupazione, l’adulto che desidera stabilità per formare una famiglia e chi, quasi vicino alla pensione, deve ricominciare da zero.

Quest’ultimo caso è sempre più frequente, a causa della pandemia. Una ripartenza, prima, poteva essere collegata a una malattia improvvisa, un licenziamento strategico, un trasferimento in altra città.

Oggi molti padri e madri si ritrovano senza stipendio perché l’emergenza sanitaria ha costretto diverse aziende alla chiusura o al taglio del personale. Rifugiarsi in una sala slot, tentare la fortuna con un Gratta e Vinci, diventa un gesto immediato, perché il disagio appanna la lucidità, rende fragili.

L’azzardo crea soluzioni semplici e rapide per “cambiare la propria vita” (così recita lo spot pubblicitario di turno…) e, quindi, “perché non provare?!” pensa tra sé chi soffre e non vede luce in fondo al tunnel. Anche le sostanze stupefacenti promettono felicità e, invece, contribuiscono al disastro definitivo.

Per arginare il precariato servirebbe una seria ricostruzione economico-sociale che i nostri governanti, evidentemente, non ritengono prioritaria. Bonus e soluzioni temporanee mettono solo una pezza.

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