Perché azzardare? Riflessioni di una lettrice
A cura di Movimento NoSlot | Del 11 Febbraio 2020
TAG: Azzardo
Azzardare ha un doppio significato. Da un lato rappresenta il coraggio di rischiare, di mettersi alla prova: pensiamo a chi avanza una proposta di collaborazione per trovare lavoro, a chi dichiara i propri sentimenti alla persona amata, a chi sfida le proprie paure (prendere l’aereo, per esempio). Dall’altro, però, azzardare significa mettere a repentaglio, avventurarsi troppo, esporsi a rischi eccessivi.
C’è, quindi, un confine sottile che rende il termine “azzardo” difficile da comprendere.
Ecco perché tanti sono convinti che scommettere sia solo un gioco, un hobby. L’adrenalina che cattura il giocatore compulsivo è legata alla soddisfazione di provare e vincere. Azzardare diventa una sfida con se stessi. A quel punto nemmeno interessa la somma in palio. Ciò che conta è soprattutto dimostrare la personale “bravura”, la capacità di “indovinare la sequenza di numeri fortunata” o, semplicemente, compiacersi di essere favoriti dalla sorte.
Peccato che queste convinzioni siano illusorie. Non esiste la fortuna quando si parla di azzardo. Esiste solo la probabilità. Come abbiamo più volte ricordato sul blog (e troverete riferimenti anche leggendo “No Slot – L’azzardo non è un gioco”), la probabilità media di vincita con i “Gratta e Vinci” è di 1 su 3,53.
Esistono premi da 1 euro mentre il tagliando ne costa 2. Anche questi biglietti vengono definiti vincenti e vanno a rendere allettante la probabilità di successo. – cit. [*]
Azzardare di meno, vivere di più!
Una nostra affezionata lettrice ci ha scritto una breve considerazione da condividere. Riguarda proprio una sua riflessione recente, semplice e apprezzabile. La ringraziamo per il suo contributo.
Questa mattina sono entrata in un bar/tabacchi vicino casa, volevo comprare delle caramelle per mio nipote. Come al solito c’era tanta confusione, perché il locale ospita anche uno spazio per le scommesse sportive. Guardandomi intorno ho visto gente di ogni età. C’erano vecchietti e studenti. Anche qualche signore in giacca e cravatta. Tutti impegnatissimi nel cercare la combinazione vincente da giocare. Ho provato un senso di smarrimento. Mi sono chiesta: non hanno altro da fare? Questi vecchietti non potrebbero passeggiare? I ragazzi non dovrebbero essere a scuola? Perché azzardare e perdere tempo, soldi, affetti? Avrei voluto scrivere un cartello, con una frase come questa: “azzardare di meno, vivere di più!”
Siamo d’accordo. Come abbiamo evidenziato la settimana scorsa, l’unica scommessa degna di essere “giocata” è quella sul futuro, sulla costruzione di un futuro vivace, pieno di interessi veri (sport, lettura, musica, cinema, cucina, ecc.), ben lontano dalle slot machine e da tutti i giochi d’azzardo.