Il buon esempio di un ristorante solidale #NoSlot
A cura di Movimento NoSlot | Del 8 Giugno 2017
TAG: Azzardo Interviste Società
Tempo fa abbiamo ricevuto una mail di Fabio Ruvolo, coordinatore del progetto “Un posto tranquillo”, ristorante solidale che garantisce occupazione a giovani di età inferiore ai 35 anni, ragazzi con disabilità e donne in difficoltà e/o vittime di violenza. Fabio ha deciso di dire #NoSlot, rifiutando l’installazione di macchinette nel suo locale. Abbiamo pensato di intervistarlo per sostenere la sua coraggiosa scelta.
1. Ciao Fabio, grazie per la tua collaborazione. Racconta ai nostri lettori chi sei e di cosa ti occupi.
È da oltre 15 anni che sono impegnato a promuovere progetti in ambito sociale che possano essere anche minimamente di utilità alla comunità in cui vivo. Dopo esperienze utili alla mia crescita in diverse organizzazioni sociali, nel 2005 in sinergia con la mia attuale moglie abbiamo deciso di iniziare l’esperienza di impresa sociale con la costituzione di una cooperativa che potesse promuovere il commercio e la finanza etica: è nata, così, la cooperativa sociale ETNOS, il primo nostro progetto sociale “Equamente Bottega del Mondo” (con un piccolo finanziamento di Banca Etica). Annualmente la cooperativa coinvolgeva sempre più nuove persone, che spontaneamente aderivano ai principi di sviluppo sociale, apportando sempre nuove idee che trovavano all’interno della cooperativa stessa terreno fertile per germogliare. Oggi ETNOS ha 40 soci lavoratori, oltre 20 persone che lavorano come dipendenti e che stanno formandosi per diventare nuovi soci. Grazie all’apporto delle libere idee e da una continua ed aggiornata lettura del territorio, oggi ETNOS gestisce 3 strutture di accoglienza per donne e minori vittime di violenza, 2 strutture di accoglienza per minori stranieri non accompagnati, 4 mezzi di trasporto per garantire la mobilità a persone con disabilità, la bottega del commercio equo e solidale, un’agenzia del lavoro specializzata per l’inclusione sociale di soggetti fragili e, da poco, un servizio di assistenza terapeutica per uomini violenti.
2. Parlaci del tuo progetto “Un posto tranquillo” e della tua scelta #NoSlot: perché hai deciso di non installare slot machine nel tuo locale?
ETNOS è anche l’apripista di uno straordinario progetto che coniuga la ristorazione e l’inclusione sociale di giovani under 35, alcuni dei quali con disabilità e donne vittime di violenza. Nel 2014, infatti, grazie al sostegno della Presidenza del consiglio dei Ministri – Dipartimento Gioventù – parte “Un posto Tranquillo” definito da noi un “ristosolidale”, un ristorante che oltre a scegliere prodotti di qualità, sostiene l’inserimento lavorativo di soggetti fragili. Nasce a San Cataldo (Caltanissetta) grazie all’apporto del giovane maitre Giuseppe Pinzino, legale rappresentante dell’Associazione Italiana Ristoratori – AIR- sezione di San Cataldo. Il progetto inizia subito rilevando un’attività di ristorazione estesa su una superficie di oltre 700 mq ed ha fin da subito basata la sua mission nel pieno riconoscimento della dignità dell’uomo. Nel mese di giugno del 2016 il progetto ministeriale si conclude ma non il progetto Un Posto Tranquillo che invece si consolida nella nuova impresa sociale “Un Posto Tranquillo srl”: impresa sociale che, nel 2017, avvia un Bistrot e Lounge Bar sempre a San Cataldo in un locale di superficie inferiore, circa 300 mq, ma con gli stessi ideali. Un Posto Tranquillo è un luogo di famiglia dove si promuove il benessere, l’accoglienza; uno spazio di libertà in cui ciascuno possa sempre sentirsi a casa. La partecipazione attiva di ragazzi con disabilità contribuisce a dare al lavoro quel qualcosa di imprevedibile e spontaneo. In questo contesto il gioco d’azzardo non è gradito perché “il guadagno facile” o meglio la speranza “del guadagno facile” non appartiene alla nostra cultura. Insegniamo il lavoro, il sacrificio e la soddisfazione che segue alla fatica.
3. Quali sono state, in generale, le reazioni? I tuoi clienti hanno apprezzato o qualcuno si è lamentato? Cosa pensa del gioco d’azzardo, secondo te, la comunità in cui vivi?
Abbiamo ricevuto diverse telefonate per inserire le macchinette all’interno del nostro ristorante solidale. Ma la nostra reazione è sempre stata ferma e decisa. Molti dei clienti non conoscevano l’esistenza di un movimento NO SLOT ma con grande onestà abbiamo avuto solo apprezzamenti da questa scelta.
4. Se potessi lanciare un appello a baristi e ristoratori, cosa diresti per convincerli a seguire il tuo esempio?
Il lavoro è dignità, il lavoro è sacrificio, il lavoro è ricchezza… la speculazione sulla sofferenza e la fragilità è solo un danno alla nostra comunità. Senza alcun giudizio di sorta siamo assolutamente convinti e felici di aver scelto la coerenza con i nostri principi!
- Ringraziamo di cuore Fabio per questa intervista e per il suo sostegno alla causa #NoSlot
- Anche tu vuoi raccontare la tua storia? Vuoi condividere la tua scelta NO SLOT? Scrivici.