“Ho smesso di comprare Gratta e Vinci”

Movimento NoSlotA cura di Movimento NoSlot | Del 25 Settembre 2020

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Comprare Gratta e Vinci in ricevitoria o, in alternativa, comprare Gratta e Vinci online, può diventare una dipendenza. Nella maggior parte dei casi, infatti, chi inizia per sfizio entra rapidamente nel vortice della scommessa continua. In questi anni, abbiamo visto madri e padri di famiglia indebitarsi, e giovani o giovanissimi sperperare i loro risparmi. Dal niente, con un “innocuo” biglietto da 2 euro.

Ne sa qualcosa Tommaso…


Foto di Tim Mossholder su Unsplash


Comprare Gratta e Vinci è una prigione

Tommaso (nome di fantasia) è un giovane architetto di 35 anni, che ha iniziato a scommettere per puro caso. Ci ha raccontato la sua storia per essere d’aiuto ai lettori e alle lettrici del nostro blog.

Ho iniziato a comprare Gratta e Vinci una mattina qualsiasi, nemmeno ricordo che giorno fosse. Il bar che frequento è pieno di questi biglietti. Vedevo tanta gente in fila per acquistarli, quotidianamente, mentre assaporavo il caffè del mattino con il mio socio dello studio. Avevo in mente di sviluppare l’attività e un po’ di soldi mi sarebbero serviti. Così ho pensato: “tento la fortuna anch’io”.

Ho provato con un Gratta e Vinci da 1 euro. Niente. Per alcune settimane mi sono limitato a spendere 1 euro ogni 2-3 giorni. Dopo sono passato ai biglietti da 2 euro. Ho iniziato a comprare Gratta e Vinci ogni giorno quando ho vinto 10 euro. Se dovessi spiegare cosa mi ha spinto a incrementare le scommesse… non saprei rispondere.

Comprare Gratta e Vinci è una prigione. Una volta che diventa abitudine, è difficile smettere. Il mio socio ha iniziato ben presto a guardar male, mi diceva: “Tommaso, stai diventando come quei tizi che aspettano la manna dal cielo senza fare niente!”.

Sono iniziate le discussioni. I Gratta e Vinci sono diventati via via un’ossessione. Ne compravo a decine, la mattina e la sera. Ormai entravo al bar solo per questo, dimenticavo addirittura di fare colazione. Non riuscivo più a lavorare.

Il mio socio ha deciso di prendere le redini dello studio e mi ha imposto di tornare solo quando mi fossi reso conto di ciò che stavo facendo. Il pensiero di perdere ciò che avevo costruito e lo sguardo disgustato di mia moglie (una volta al corrente della questione), hanno spezzato la catena. Mi sono “svegliato”.

A volte serve un po’ di fermezza da parte di chi ci sta vicino. So che tante persone vengono assecondate quando si tratta di gioco d’azzardo. I giocatori compulsivi chiedono soldi per puntare ancora e i familiari acconsentono, pensando che sia l’ultima volta. Ebbene, vorrei dire che non è così: se non sarete duri, se non metterete i vostri cari con le spalle al muro, non smetteranno mai di scommettere.

Il mio percorso è stato lungo, ho chiesto aiuto. Ma alla fine ce l’ho fatta: ho smesso di comprare Gratta e Vinci. Non ho ingrandito lo studio, ma ho ancora mia moglie, il mio socio, un impiego. E sono felice così.


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