Tra gioco e azzardo: il significato delle parole

Movimento NoSlotA cura di Movimento NoSlot | Del 31 Luglio 2017

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Dire “gioco” e dire “azzardo” non è la stessa cosa. Sono due parole diverse, hanno un significato diverso e, soprattutto, comportano conseguenze differenti. Conseguenze? Sì, proprio così. L’obiettivo del nostro progetto Prevenzione NoSlot è sempre stato quello di ribadire che l’azzardo non è un gioco, in modo da mettere in guardia sugli effetti di un utilizzo errato delle parole.

Una partita di calcetto, un torneo di tiro alla fune, una caccia al tesoro e altri giochi simili non hanno mai rovinato nessuno. Non hanno mai spinto all’isolamento, non hanno mai reso aggressivi i partecipanti. Anzi, essendo “giochi sani”, hanno sempre rappresentato un esempio di competizione positiva, di socializzazione, collaborazione. Al contrario, il gioco d’azzardo online, i Gratta e Vinci, le slot machine, hanno distrutto migliaia di famiglie. Possiamo dirlo con certezza, visto che in quest’ultimo anno abbiamo ricevuto tantissime email di gente disperata.

Tanti ci hanno scritto solo per poter parlare del loro problema, per condividerlo con qualcuno. Si fa ancora fatica a far capire che l‘azzardo comporta guai seri: economici, relazionali e per la salute.

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Photo by Saulo Mohana on Unsplash


Utilizzare le parole giuste

Riuscire a distinguere le parole “gioco” e “azzardo” significa avere ben chiaro in mente che puntare una somma di denaro – con il rischio di perdere tutto! – non può essere considerato un hobby.

Proviamo a consultare un dizionario per valutare le differenze: la distinzione è sottile, ma esiste. Ed è importante. Sul sito Garzanti Linguistica, cercando il termine “gioco”, al punto 1 troviamo questa definizione:

1. qualsiasi attività a cui si dedicano bambini o adulti per svago, divertimento o per tenere in esercizio la mente; il giocare: gioco di carte, di prestigio; gioco al chiuso, all’aperto; giochi individuali, di gruppo, di società, d’intelligenza, di pazienza, di strategia, enigmistici, matematici; compagno di gioco, di giochi; la stanza dei giochi, in una casa, quella riservata ai giochi dei bambini; un lavoro che è un gioco, facilissimo | (prov.) ogni bel gioco dura poco dim. giochino, giochetto, giocherello.

Successivamente, al punto 2, si parla di competizioni sportive (come il tennis) e poi, al punto 3 si legge:

3. competizione di due o più persone, o di una persona con un banco, che si misurano puntando delle somme di denaro in un’attività di svago condotta secondo regole codificate, generalmente facendo uso di oggetti o attrezzature specifiche (carte, dadi, roulette ecc.), e in cui la vincita dipende dall’abilità o dal caso (in questo caso si parla di gioco d’azzardo).

È subito chiaro che: nel primo punto si parla di “svago, divertimento, esercizio per la mente”.
Nel terzo punto, invece, si parla di “competizione tra 2 persone che puntano somme di denaro in un’attività di svago, la cui vincita dipende dal caso”. Non si parla, quindi, di abilità, né di competenze.

E, come abbiamo evidenziato, con tali premesse di parla di “gioco d’azzardo”. Giocare a briscola potrebbe anche essere un’azione innocua, se non diventasse fonte di scommessa. Molti, infatti, hanno iniziato così. Puntando magari 1-2 euro. Per poi arrivare a 10 o 20. Da qui si può solo salire, se non ci si ferma in tempo. La differenza tra le parole “gioco” e “azzardo” l’hanno capita anche i bambini! Ne sono un esempio Adriano e Tommaso, i due protagonisti del libro No Slot, scritto da Simone Feder e Anna Polgatti – operatori specializzati della Comunità Casa del Giovane di Pavia.

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