Giocare d’azzardo, senza un perché
A cura di Movimento NoSlot | Del 28 Luglio 2016
TAG: Azzardo CdG Famiglia
Marianna ha 27 anni, lavora in un call center. Parla bene 3 lingue: inglese, francese e spagnolo.
Il suo sogno era quello di diventare interprete e girare il mondo. Ha studiato tanto per raggiungere l’obiettivo. Purtroppo, però, la vita può riservare brutte sorprese, stravolgere i piani, colpire duramente.
La mamma di Marianna, qualche anno fa, ha iniziato a giocare d’azzardo e tutti i progetti sono crollati.
Chi inizia a giocare d’azzardo coinvolge tutti
La mamma di Marianna è vedova, è in pensione da poco e trascorre il tempo libero con alcune amiche di un’associazione culturale, presso cui svolge attività di volontariato due volte a settimana. Un giorno, con l’idea di organizzare un pomeriggio diverso, ha deciso di andare in un centro commerciale, per fare un po’ di shopping. Passeggiando ha notato una slot machine e una signora della sua età che lì davanti sembrava divertirsi tantissimo. Così, osservandola, Pinella (questo il nome della mamma di Marianna) ha pensato bene di provare anche lei. Si inizia sempre così a giocare. Per caso o per curiosità.
Dopo la prima partita, Pinella ha voluto fare un secondo tentativo. Poi un terzo. Da quel giorno non ha mai smesso. Tentare la fortuna è diventato il suo hobby preferito. La cosa peggiore è che, oltre alle slot machine, ha deciso di sfidare la sorte anche con i Gratta & Vinci. Facile, d’altronde: questi “biglietti magici” puoi trovarli ovunque, persino al supermercato. Paghi 1 o 2 euro, puoi vincere milioni: come resistere? È proprio questo meccanismo a incantare la povera gente, a convincerla a giocare d’azzardo.
Pinella era diventata più taciturna, saltava alcune giornate di volontariato all’associazione, si recava con più frequenza al centro commerciale: Marianna, però, non ha capito subito il problema, ha pensato “Va beh, mamma vuol solo divertirsi un po’, prendere tempo per sé stessa.” Idem i suoi fratelli maggiori.
Peccato che, mese dopo mese, Pinella ha gettato al vento tutti i risparmi, iniziando a chiedere denaro ai suoi figli, in particolare a Marianna. Preoccupata, la ragazza ha iniziato a seguire la madre per giorni e ha scoperto tutto. Di fronte a certe situazioni non ci sono dei “perché” validi, né risposte rassicuranti.
Contrastare l’azzardo è possibile
Cosa fare? Come reagire? Quando tutta la famiglia è coinvolta, ci sono sentimenti contrastanti: c’è chi vorrebbe sbattere la porta e andarsene, chi inizia a urlare contro il giocatore o giocatrice (con la convinzione che sia in grado di ragionare), chi cerca informazioni su internet per capire meglio cosa significhi davvero giocare d’azzardo ecc. A Marianna è crollato il mondo addosso, ma ha preso la giusta decisione: ha chiesto aiuto, si è rivolta a un centro specializzato nel trattamento delle dipendenze.
Pinella oggi frequenta un gruppo terapeutico, è seguita da uno psicologo e sta molto meglio. Apparentemente non aveva motivi per iniziare a giocare. A ben vedere, però, la mancanza del marito le aveva lasciato un vuoto. E, durante la terapia, ha capito che le slot machine non sono strumenti di svago, non aiutano a divertirsi né a fuggire dalla routine o dalla solitudine. Non colmano una mancanza, Anzi, isolano da tutto e da tutti. Allontanano dai propri affetti.
Oggi Pinella è pentita di aver coinvolto i suoi figli, di aver chiesto soldi a Marianna che, nel frattempo, ha dovuto rinunciare ai suoi sogni per coprire i debiti, accettando di lavorare in un call center. Tutto ciò che guadagna (non molto) serve a recuperare le perdite causate dalla madre.
Chissà per quanto tempo dovrà lavorare per questo. Tutto sommato, però, è più serena. E spera che anche i suoi fratelli accettino un giorno la situazione, visto che hanno preferito “abbandonare la nave” senza combattere. Nota: Marianna e Pinella sono nomi di fantasia, ma la loro storia è una di quelle che ogni giorno ascoltiamo alla Casa del Giovane. Se vuoi parlare con noi e raccontarci la tua, scrivici.
[photo credits: Celeste Korol – unsplash.com]