Una favola per parlare d’azzardo: Pinocchio
A cura di Movimento NoSlot | Del 20 Gennaio 2019
TAG: Azzardo Bambini Materiali
Cosa significa giocare d’azzardo in modo compulsivo?
Quando una persona si ammala di gioco d’azzardo agisce senza rendersi conto di ciò che fa. C’è una forza che spinge a scommettere, qualcosa che spegne la ragione. Ecco perché è impossibile fermarsi: si punta prima 1 euro, poi 2 euro, poi 10 euro… fino ad aumentare la posta in gioco e anche la frequenza.
Chi azzarda vive in un mondo tutto suo. Inizia a ignorare tutto ciò che sta intorno, compresi i propri affetti. Perde interesse per il lavoro, lo studio, le attività preferite (sport, musica, cinema ecc.). Praticamente inizia a vivere in funzione del gioco: Gratta e Vinci, Lotto, slot machine… poco importa il mezzo, perché il risultato è sempre lo stesso. I giocatori d’azzardo sono come dei moderni Pinocchio.
Photo by Debby Hudson on Unsplash
Caro Pinocchio, conosci i tuoi nemici?
La loro voglia di vincere, quella voce che dice che la prossima volta sarà quella giusta e che li spinge a buttare ogni loro centesimo, li manovra come faceva Mangiafuoco con i suoi burattini ed è difficilissimo liberarsi da quelle catene che privano della libertà di scegliere. Le persone dipendenti dall’azzardo sono, infatti, prima di tutto individui non liberi, legati ai loro burattinai che fan fare loro ciò che vogliono: continuare ad azzardare.
[* vedi fonte]
Tra un giocatore d’azzardo e il burattino Pinocchio ci sono diverse similitudini, tra cui la grande capacità di raccontare bugie: non si sa mai dove vanno, come passano il tempo, quali persone frequentano e come spendono i loro soldi. L’unica differenza è che, a furia di mentire, a Pinocchio si allunga il naso, mentre il giocatore compulsivo vede svuotarsi il portafoglio.
Le uniche persone che i malati d’azzardo riescono ad ascoltare sono il gatto e la volpe, coloro che vogliono convincerli a buttare via le risorse in pericolosi giochi che portano invece alla rovina economica, alla perdita delle persone care e della propria dignità umana. […] Purtroppo non ci sono solo il gatto e la volpe nel romanzo di questo moderno Pinocchio malato d’azzardo, un ruolo fondamentale e pericolosissimo lo gioca, come nella storia originale, Lucignolo che invita il burattino nel magico Paese dei Balocchi, con il risultato che entrambi ne escono trasformati in due asini fatti e finiti. [* vedi fonte]
Il ruolo di Lucignolo, nella realtà, è rappresentato dalla pubblicità ingannevole, che attrae il giocatore d’azzardo con la falsa prospettiva di un facile guadagno. Per fortuna, c’è un personaggio molto importante ancora da menzionare: stiamo parlando di Geppetto, il papà di Pinocchio, che lo assiste sempre con amore, nella speranza che si decida a diventare un bambino buono e giudizioso.
Geppetto non è altro che la famiglia, un grande punto di riferimento, spesso molla decisiva per voltare pagina e iniziare un importante percorso di cambiamento.
La favola di Pinocchio aiuta a capire meglio chi è il giocatore compulsivo e chi sono i suoi nemici.
Serve anche come risorsa didattica per spiegare ai bambini i rischi nascosti dietro il gioco d’azzardo.
[*] Fonte: “No Slot – L’azzardo non è un gioco” di S. Feder e A. Polgatti, Giunti Editore – [pagg. 85-89]