Emozioni di chi lotta contro l’azzardo
A cura di Movimento NoSlot | Del 15 Luglio 2018
TAG: Azzardo Famiglia
Quali emozioni prova chi lotta contro l’azzardo? E cosa provano i familiari?
Abbiamo cercato di raccontarlo tante volte, ma ogni storia è diversa dalle altre.
Oggi condivideremo l’esperienza di Emilio e Giorgio, padre e figlio, che da tanto tempo cercano di raggiungere insieme un traguardo importante: smettere di giocare d’azzardo.
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Emilio ha iniziato a giocare con l’idea di poter affiancare un’altra rendita alla propria pensione. Gli anziani sono una delle categorie a rischio, che l’azzardo cattura con spot pubblicitari ingannevoli e false promesse. Molti di loro vivono con una mensilità minima, con cui a stento riescono a pagare le bollette. Alcuni possono contare sul supporto dei figli, altri no. La solitudine è uno dei motivi per cui si inizia a scommettere, unito alla speranza di guadagnare qualcosa in più.
Senza rendersene conto, Emilio ha speso quasi tutti i risparmi in 2 anni. Giorgio, il figlio, è un consulente informatico, costretto a lavorare da freelance (come tanti altri giovani). La precarietà non gli consente di fare programmi o pensare di costruire una famiglia.
Emozioni contrastanti
Nel momento in cui ha capito che il conto familiare non era più disponibile, a causa dei continui prelievi del padre, il giovane ha provato una grande preoccupazione. Prima, ovviamente, ha cercato di far luce sui motivi e poi, dopo aver constatato il problema di Emilio, ha iniziato a disperarsi per il suo futuro.
Sentimenti discordanti, di compassione e rabbia, hanno caratterizzato la vita di Giorgio in questi ultimi anni. Il dolore per il padre, finito nel tunnel dell’azzardo, e rabbia per il fatto di sentirsi impotente, a causa della sua precarietà, ma anche perché da allora ogni guadagno è servito a riempire i vuoti. A salvare il salvabile, diciamo così.
Giorgio ha smesso di vivere per aiutare suo padre. Quando, improvvisamente, ti ritrovi senza un centesimo e devi anche curare una malattia, tutto diventa complicato, ogni azione quotidiana è dura da affrontare. Un susseguirsi di emozioni ha caratterizzato anche il percorso di Emilio, convinto di non far nulla di male e, per questo motivo, sorpreso dai rimproveri del figlio:
Io gioco solo qualche numero… il Lotto è un passatempo.
Il lavoro di Giorgio si basa sull’aggiornamento continuo, sulla ricerca e sull’acquisto di nuovi dispositivi da testare. Nulla è stato più possibile e il ragazzo ha perso parecchi clienti, che hanno preferito la concorrenza. Sentirsi schiacciato da un problema così grande, e difficilmente condivisibile con gli altri, ha creato in Giorgio ansia e frustrazione.
Le persone non possono capire qual sia il mio dramma. Pensano che mi sia chiuso in casa perché sono asociale o, peggio, pensano che non sia un professionista preparato.
Il timore di sentirsi giudicati è ricorrente per chi si ritrova a lottare contro l’azzardo.
Immaginate quanto sia difficile gestire tutte queste emozioni: paura, sconforto, dispiacere, vergogna ecc… Farsi carico dello stato emotivo di amici e familiari è un aiuto concreto che possiamo offrire. L’azzardo è una malattia che svuota le tasche e, in un certo senso, anche l’anima.