Creare una comunicazione costruttiva in famiglia
A cura di Movimento NoSlot | Del 16 Dicembre 2021
TAG: Consigli Famiglia Giovani
Come sviluppare una comunicazione costruttiva in famiglia? Le festività natalizie sono una buona occasione per trascorrere più tempo insieme ai propri cari. Un tempo di qualità. Cosa significa? Innanzitutto, allontanarsi dai cellulari. Non possiamo ascoltare davvero qualcuno se continuiamo a controllare le e-mail, le notifiche su WhatsApp e Facebook.
La comunicazione ha bisogno di un mittente e di un destinatario del messaggio, di una persona che parla e una che ascolta, in modo reciproco.
Spesso il dialogo si trasforma in un monologo, soprattutto tra genitori e figli: l’abitudine a distrarsi mentre si conversa, guardando la tv o il proprio smartphone, impedisce una reale connessione emotiva tra le due parti. “Eh?”, “Sì, ti sto ascoltando”, “Cosa hai detto, puoi ripetere?”, sono le formule più comuni pronunciate quando si crede di chiacchierare e confrontarsi, mentre in realtà si è concentrati su altro. In genere, si è convinti che i più assenti siano i ragazzi, ma papà e mamma sono spesso coloro che troncano la discussione dicendo “non ho tempo, devo lavorare”.
Comunicazione costruttiva: un obiettivo da raggiungere
Una conversazione è utile e costruttiva quando i soggetti coinvolti riescono a esprimersi liberamente, anche criticandosi a vicenda, ma allo scopo di comprendersi.
L’interesse per il tema trattato, qualunque esso sia, è imprescindibile: la mancanza di attenzione, infatti, è tra le principali cause di incomunicabilità familiare.
La cura nei confronti dell’altro inizia dalla propria presenza: esserci, insomma.
Molti giovani arrivano in comunità per risolvere problemi di dipendenza da azzardo, da abuso di alcolici o sostanze stupefacenti perché, sempre più frequentemente, cercano altrove, fuori dalla famiglia, un’attenzione che a casa non sono riusciti a trovare. Ecco perché è fondamentale partire da qui: si pensa che prevenire significhi organizzare chissà quale attività complicata, mentre basterebbe agire migliorando la comunicazione. Un obiettivo da raggiungere con il supporto di esperti, se necessario.
“Come stai?”
Chiedere ai figli “come stai?”, in modo sincero, con partecipazione, può aprire scenari di vario genere. La domanda non è banale, ma essenziale. Ci si fissa troppo sulle azioni, tipo “cosa hai fatto oggi?”, “ti hanno interrogato?”, “hai studiato?”, “hai lavato i piatti?”, e meno sulle sensazioni tipo “c’è qualcosa che ti preoccupa?”, “tutto bene?”, “vuoi parlare?”.
Ritenere che ai ragazzi non importi raccontarsi, convincersi che il nostro interesse nei loro riguardi dia fastidio, ci allontana ogni giorno di più. Chi ha bisogno di aiuto, cerca disperatamente di essere visto, considerato. Anche quando sembra rifiutare il sostegno offerto. Ci vuole pazienza, cautela, delicatezza. Questa è l’essenza della comunicazione costruttiva all’interno di una famiglia.
Non è facile procedere, ma ne vale la pena.
P.S. Ti ricordiamo la campagna di sensibilizzazione natalizia “Una vita NoSlot”: sostienici, se puoi. Grazie!