Contrasto al gioco d’azzardo: i gruppi di aiuto
A cura di Movimento NoSlot | Del 9 Gennaio 2018
TAG: Azzardo Consigli Famiglia
I gruppi di aiuto sono composti da persone che si incontrano per affrontare le proprie fragilità insieme. L’obiettivo è dialogare, confrontarsi, mettere a fuoco fatiche e problemi, facendosi forza a vicenda.
Sulla scia dei gruppi di mutuo aiuto dedicati ad alcolisti e tossicodipendenti, si sono formati anche gruppi di contrasto all’azzardo.
La maggior parte di questi gruppi di aiuto sono gratuiti e organizzati da associazioni, con il supporto di professionisti volontari (psicologi, educatori, ecc.) che scelgono di dedicare parte del loro tempo alla cura e al sostegno di chi ha bisogno (mettendo, quindi, a disposizione le proprie competenze).
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Come funzionano i gruppi di aiuto?
Le riunioni di un gruppo di aiuto si svolgono soprattutto in orario serale, per permettere a tutti di partecipare. Spesso, oltre al giocatore d’azzardo è presente anche un accompagnatore (un familiare o un amico molto stretto). Quest’ultimo è una preziosa figura di supporto, che si impegna a condividere il percorso con la persona cara.
Confrontarsi con gli altri ti aiuta a capire che le tue fatiche le fanno anche loro, ti dà punti di vista differenti e strategie diverse per avvicinarti al problema. Loro sono persone che, come me, hanno sofferto per questa malattia e quindi capiscono come sto e cosa provo. La famiglia è importante nella cura dell’azzardo, ma anche per i familiari è importante non essere da soli ad affrontare tutto.
“Un accompagnatore” – testimonianza
pag. 97 del libro No Slot – L’azzardo non è un gioco (Giunti Editore)
Gli incontri durano 2 ore circa e, di solito, hanno una cadenza settimanale. Sono condotti da esperti che cercano di incentivare la condivisione di storie, pensieri ed emozioni legati alla personale esperienza con l’azzardo. Insieme si cerca di trovare una soluzione o una reazione efficace alle difficoltà che quotidianamente si presentano.
Alcune regole da rispettare
In linea generale, per partecipare ai gruppi di aiuto per il contrasto al gioco d’azzardo, è necessario seguire alcune regole:
- rispettare la riservatezza dei dati di tutti i partecipanti
- essere sinceri nella condivisione della propria storia
- partecipare alle riunioni con puntualità e costanza
- non giocare per almeno 1 anno a qualsiasi tipo di gioco che comporti una sfida o una scommessa
- evitare luoghi in cui in passato ci si recava per giocare (e tutti i luoghi “rischiosi” in tal senso)
- non tenere denaro con sé
- far gestire i conti bancari all’accompagnatore.
Esistono diversi comportamenti da adottare, precauzioni da osservare, ma devono essere valutati caso per caso. Oltre ai gruppi di aiuto, per la cura dei malati d’azzardo esistono anche altri 2 strumenti validi: i colloqui individuali e l’inserimento in una comunità.
Ovviamente, alla base di tutto, è necessaria la buona volontà del giocatore, la voglia di cambiare e di impegnarsi a farlo nonostante le difficoltà che, come è facile intuire, saranno inevitabili.
Questo articolo è stato realizzato grazie al libro “No Slot – L’azzardo non è un gioco”, di Simone Feder e Anna Polgatti.