Condividere esperienze aiuta sempre
A cura di Movimento NoSlot | Del 24 Settembre 2021
TAG: Azzardo Famiglia
Condividere esperienze aiuta sempre qualcuno, ne siamo certi. Questo blog è nato per raccontare le storie di chi combatte la sua battaglia contro il gioco d’azzardo. Non solo le voci dirette dei giocatori compulsivi, ma anche le considerazioni dei familiari, dei colleghi, degli amici.
Riceviamo e-mail con richieste d’aiuto, ma anche le testimonianze felici di chi è uscito dal tunnel.
Tante persone leggono i post che pubblichiamo e trovano il coraggio di scrivere per narrare il proprio vissuto, spesso con la volontà di essere di sostegno per altri.
Non sai mai quale beneficio potrà dare la tua esperienza, ma una cosa è sicura: probabilmente, là fuori, c’è qualcuno che ha bisogno di te. Oggi, infatti, raccontiamo la bella storia di Gabriella, che ha deciso di contattarci dopo aver letto il nostro articolo sul precariato. Ne siamo contenti. Buona lettura.
Scrivere un’email per condividere esperienze
Gabriella è una lettrice del nostro blog: lo segue da quando ha scoperto che il fratello ha iniziato a giocare d’azzardo. Presa dallo sconforto ha provato a saperne di più sull’argomento, con le sezioni dedicate alle risorse utili e alle domande frequenti, poi ha pensato di leggere un po’ di articoli, concentrandosi sulla categoria “Storie”.
Alla fine, leggendo ciò che abbiamo scritto la settimana scorsa, ha pensato fosse arrivato il momento di inviare un’email per condividere la sua esperienza. Ecco cosa ci ha raccontato, in sintesi.
Gentili amici di Prevenzione NoSlot, scrivo per condividere la mia storia.
Ho letto l’articolo che avete dedicato ai disagi che nascono dal precariato e vorrei dirvi che è proprio così: spesso si inizia a giocare d’azzardo per questo motivo, è accaduto a mio fratello. Io lavoro in un bar da diversi anni, lui è un illustratore. Uno dei tanti creativi della nuova generazione, con tante idee e voglia di fare, ma pochissime opportunità. Ha inviato proposte di collaborazione ovunque, ma a parte collaborazioni di breve durata (a cifre ridicole), non ha mai ottenuto nulla. I miei genitori l’hanno sempre deriso, con la classica frase “trovati un lavoro vero”. Anch’io, a volte, ho detto questo, ma ho anche ammirato la sua tenacia. Purtroppo, le cose sono precipitate quando ha provato a comprare i primi Gratta e Vinci. Al bar ne abbiamo tanti, vedo gente che compra blocchetti interi. Mio fratello una mattina è passato a prendere un caffè, ha comprato due cartelline da 2 euro e ridendo ha detto: “magari vinco e vado in America!”.
La mail di Gabriella si conclude con queste parole:
Purtroppo non ha vinto, anzi. Ha iniziato a comprare questi biglietti ovunque, tranne al bar dove lavoro, per ovvie ragioni. Me ne sono accorta tardi, quando una sera mi ha detto piangendo di non avere più soldi, di essere disperato. Come può ridursi così un ragazzo di 32 anni? Perché nessuno capisce che il lavoro è un diritto? Dopo aver studiato tanto si vorrebbe raccogliere il frutto del proprio impegno! Grazie a voi sono riuscita a recuperare la situazione di mio fratello, prima che fosse troppo tardi. Però vorrei dire a tutte le famiglie di stare attente. Ci sono sofferenze difficili da vedere, ma altamente distruttive.
Grazie a te, Gabriella.
Il tuo punto di vista sarà motivo di riflessione per molti.