Vivere in comunità: esperienze e relazioni

Movimento NoSlotA cura di Movimento NoSlot | Del 15 Marzo 2019

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Vivere in comunità significa iniziare un cammino di rinascita, creare relazioni costruttive.
Il contesto comunitario propone esperienze diverse e ciascuna aiuta ad adottare nuovi stili di vita.

Ci riferiamo, in particolare, a progetti lavorativi, colloqui individuali e di gruppo con gli operatori, momenti ricreativi con i compagni. Tutte le attività riabilitative, di varia natura, rappresentano un’opportunità per conoscersi meglio, confrontarsi con le proprie difficoltà, ma anche con le inespresse potenzialità. La presenza costante degli educatori garantisce un sicuro appoggio nelle attività di ogni giorno e una guida per la scelta dei valori fondamentali da seguire.

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Photo by Helena Lopes on Unsplash


Il ruolo delle relazioni nel processo di cambiamento

Al centro del processo di cambiamento ci sono le relazioni con gli operatori della comunità. Il motivo è semplice: avere un buon dialogo con i ragazzi li aiuta ad aprirsi più facilmente, a sentirsi accettati e amati, a imparare nuove abilità sociali. L’incoraggiamento rafforza l’autostima.

Nel lungo percorso verso il cambiamento questi incoraggiamenti sono particolarmente utili perché le persone convinte di avere le capacità per realizzare il loro obiettivo sostengono meglio l’impegno prolungato rispetto a quelle che dubitano di sé. […]
Il soggetto va aiutato a comprendere che è responsabile del proprio impegno nel fare qualcosa e non della riuscita, va educato non tanto al “saper fare” quanto al “saper essere”. [fonte]*

L’esperienza della comunità genera relazioni basate sulla fiducia reciproca: l’operatore crede fortemente nelle abilità dei ragazzi, nel loro impegno. I giovani sanno che, qualunque sia stata la loro storia precedente, non saranno giudicati né criticati per un eventuale fallimento.

La buona volontà conta più del risultato, che comunque ci sia aspetta, ma con i giusti tempi e modi. Questi ultimi, è naturale, sono diversi per ciascuno.

[…] l’operatore incoraggia il giovane, che spesso dubita delle proprie capacità di intraprendere un’azione, a “rischiare”, mettendosi comunque in gioco. [fonte]


[*] Fonte: “Finisci solo per ricominciare”, di S. Feder e A. Notti – Edizioni OCD.


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