Azzardo e sensibilizzazione nelle scuole

Movimento NoSlotA cura di Movimento NoSlot | Del 10 Gennaio 2019

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Stefania ha 16 anni, gioca a pallavolo. Brava a scuola, allegra, un’adolescente come tante. Eppure, la nostra giovane amica ha qualcosa dentro che la tormenta. Lavoriamo quotidianamente con i ragazzi, organizziamo progetti di informazione e sensibilizzazione nelle scuole.

Conosciamo da vicino il disagio, i dubbi e le paure di tutti coloro che potrebbero essere figli, nipoti, fratelli minori di ciascuno di noi. Quando Stefania ci ha contattati abbiamo subito capito che qualcosa non andava per il verso giusto.

Secondo la ricerca “Progetto Selfie” (i cui risultati sono stati presentati di recente in Sardegna) il 64% dei giovani è già entrato in contatto con il mondo dell’azzardo. E l’8% ha affermato di avere in famiglia un genitore che gioca d’azzardo. Ciò spinge gli adolescenti a rischiare, a loro volta, perché spinti dai propri cari o per volontà di arricchirsi.

Questo è il caso di Stefania, che ha iniziato a comprare Gratta e Vinci, inizialmente per divertimento, poi per il gusto della sfida. Un desiderio sempre più ingombrante, nato osservando la madre.

Mia madre compra Gratta e Vinci tutti i giorni, appena esce dall’ufficio. Li lascia in macchina, perché se li portasse a casa papà si arrabbierebbe. Lui tiene molto al risparmio. Lei invece vorrebbe comprare sempre cose nuove, per se stessa, per me, per la casa. Anch’io ho iniziato a pensare che risparmiare sia una cosa stupida, perché se possiamo permetterci qualcosa è giusto assecondare i nostri desideri.

Anzi, a dire la verità, lo pensavo prima. Ora non sono più tanto sicura che sia così.

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Photo by Jeremy Bishop on Unsplash


Fare sensibilizzazione nelle scuole

Grazie all’attività che portiamo avanti nelle scuole, grazie all’ascolto attivo nei confronti dei ragazzi, riusciamo a entrare nel loro mondo. E lo facciamo con rispetto, in punta di piedi. Per ascoltarli, capirli e dare consigli. Non condanniamo né lanciamo giudizi. Questo è l’unico modo per farli sentire accolti e offrire loro l’opportunità di venire a cercare aiuto in autonomia, senza costrizioni. Stefania (nome di fantasia) ha voluto raccontarci la sua esperienza perché ha capito che nel suo comportamento e in quello della mamma c’era qualcosa di strano.

L’ha capito anche leggendo il libro “L’azzardo non è un gioco” (Giunti Editore).

Adesso so che giocare d’azzardo non è un modo per guadagnare, perché rovina la vita. Io e mamma parliamo poco, a volte sembra ci interessi solo tentare la sorte. Una specie di delirio di onnipotenza. Lei pensa, così, di poter comprare abiti firmati, io di andare ai concerti o fare qualche viaggio. La nostra famiglia, però, sta andando in frantumi. Mamma ha iniziato a litigare con papà, lui ha scoperto che lei azzarda. Ha trovato dei Gratta e Vinci anche nel mio zaino. Vogliamo fermarci prima che sia troppo tardi.

Ho letto il libro “L’azzardo non è un gioco” e ho capito tante cose.
Spero lo leggano altri ragazzi come me.

Anche noi speriamo che tanti giovani siano svegli e coraggiosi come Stefania.
Siamo qui per aiutare. Se hai bisogno, visita la pagina Aiuto e informazioni: scrivici o passa a trovarci!
Puoi anche contattarci per attivare degli incontri di sensibilizzazione nelle scuole sul tema azzardo.


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