Azzardo e famiglia: effetti nel tempo
A cura di Movimento NoSlot | Del 19 Gennaio 2020
TAG: Azzardo Famiglia
Una nuova storia che parla di azzardo e famiglia: quali sono gli effetti nel tempo? Come cambiano i rapporti all’interno del nucleo familiare? Cosa comporta avere in casa un giocatore compulsivo?
Alcune risposte a queste domande sono riscontrabili nel libro “No Slot – L’azzardo non è un gioco”, di S. Feder e A. Polgatti. Il piccolo Adriano, infatti, racconta cosa è accaduto al suo papà e come sono cambiate le cose in famiglia. Sì, perché ci sono tante conseguenze, quando si discute di azzardo e famiglia. Questioni che non riguardano solo il denaro, ma soprattutto il dialogo e la comprensione reciproca. Tali elementi, purtroppo, vengono presto a mancare.
Azzardo e famiglia: una storia per riflettere
Ci ha scritto Adele (nome di fantasia), una ragazza di 25 anni. Ci ha raccontato che la madre ha iniziato a scommettere quando ha perso il lavoro. Un po’ per disperazione, un po’ per riempire il tempo.
Da quel momento tutto è cambiato. Ecco la sua storia, in sintesi.
L’azienda di mamma ha chiuso e così si è ritrovata senza lavoro, con molte giornate vuote. Alla sua età è difficile trovare un nuovo impiego. Con la scusa di uscire a fare una passeggiata, mia madre andava a comprare Gratta e Vinci. Ce ne siamo accorti dopo qualche mese, quando il suo conto era ormai quasi in rosso. Mi fa impressione pensare alla quantità di biglietti che è riuscita ad acquistare. Non ha mai vinto nulla, tra l’altro. Io e mio fratello studiavamo, ma ora abbiamo interrotto perché l’Università costa e non possiamo più sostenere spese per i libri, il treno, i pasti fuori casa. Papà ha un’altra famiglia (i miei sono divorziati) e quando ha saputo cosa ci è successo, ha rifiutato di aiutarci. Continua a fare il solito per noi, ma non ha intenzione di coprire lo sperpero di mamma. Sono passati 5 anni da quando ha iniziato.
Eravamo sereni, tutto sommato. Non siamo mai stati ricchissimi, ma abbiamo sempre condotto una quotidianità dignitosa, riuscendo a fare il necessario. Oggi non possiamo più. Sappiamo che non è giusto, ma io e mio fratello, nel nostro cuore, siamo molto arrabbiati con la mamma. Pensiamo che per colpa sua la nostra vita non è più la stessa, che ci è caduto il mondo sulle spalle e abbiamo ancora un futuro da vivere. Lasciati i nostri sogni e dopo aver cercato un lavoretto part-time, come faremo a recuperare ciò che è stato perso? Lei ha intrapreso un percorso di recupero, speriamo vada tutto bene. Tra l’altro dobbiamo seguirla e anche questo è un pensiero. Ci sentiamo privati della nostra giovinezza e spensieratezza. Ogni volta che vediamo una pubblicità dei Gratta e Vinci, o gli adesivi nei negozi, iniziamo a piangere. Che senso ha tutto ciò?
Non c’è una risposta, cara Adele. Purtroppo l’azzardo colpisce le famiglie senza fare distinzioni. Crea difficoltà economiche, in primis, ma soprattutto rende meno forte il legame di fiducia tra i componenti. Non può spegnere l’affetto, ma ha il potere di interferire nella comunicazione. Improvvisamente non ci si comprende più, non si parla più e ogni cosa diventa difficile da affrontare. Il nostro consiglio è quello di ricordare che l’azzardo è una malattia: il giocatore non ha più consapevolezza di sé e delle sue azioni, quindi non può essere colpevolizzato. Con questo pensiero è più facile accettare la situazione e iniziare insieme un cammino di ricostruzione, che chiude con il passato per guardare al futuro. Non è indolore, ma è realizzabile. | Hai bisogno di aiuto? Scrivici. Oppure, passa a trovarci in CdG.