Aiutatemi a salvare mio figlio malato d’azzardo

Movimento NoSlotA cura di Movimento NoSlot | Del 27 Agosto 2016

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Sono Daniela, mamma di Marco, 21 anni, ludopatico.

Quando sia iniziato questo incubo è difficile da definire perché tutto è partito in sordina… Marco non ha mai amato i giochi elettronici, non aveva la Play Station e non faceva giochini al cellulare. Alle scuole medie gli abbiamo regalato la Wii, ma in realtà ci giocava un suo amico, che veniva a casa nostra appositamente, mentre Marco preferiva il pallone, la bicicletta, il Karate.

Poi l’adolescenza, con tutti i turbamenti e le difficoltà che accomunano i ragazzi, in lui esacerbate da un vissuto doloroso, di abbandono, nel passato. Da qui le relazioni difficili con i coetanei, la frequentazione dei bar del paese e il rapportarsi con persone adulte e anziane che giocavano al Gratta e Vinci. Così ha iniziato a veder vincere e perdere e lui stesso ha vinto e perso.

photo-credits-by-joshua-earle-unsplash

Un figlio da aiutare, un appello da ascoltare!

Il passaggio alle slot è stato veloce… Le macchinette hanno fatto tintinnare le monete… che poi si sono regolarmente riprese… Ma lui ormai era schiavo. Ci siamo accorti che qualcosa non andava: i soldi non bastavano più (da piccolo amministrava le mancette), le richieste erano continue, la tensione e il nervosismo crescevano. Poi sono cominciati i furti, prima in casa dal portafogli di mamma, papà, nonni, sorella… e poi fuori casa. […]

Nostro figlio ha bisogno di ricostruire se stesso, ma con tutto l’amore che abbiamo per lui, non possiamo farlo a casa, lasciandolo solo in un ambiente dove il gioco è presente in ogni bar. Abbiamo bisogno dell’aiuto di una struttura comunitaria!

[CONTINUA] >>> Leggi tutta la storia su blog.vita.it/noslot – il blog di Simone Feder.

E, se vuoi aiutarci, condividila utilizzando il nostro hashtag #PrevenzioneNoSlot. Grazie!

 


[photo credits: Joshua Earle – unsplash.com]

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